Opzione | definizione

sabato 23 febbraio 2008 ·

In finanza con il termine opzione si intende quel particolare tipo di titolo derivato che conferisce al possessore il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere il titolo sul quale l'opzione stessa è scritta, chiamato strumento sottostante, ad un determinato prezzo (strike price) e ad o entro una determinata data. Le opzioni possono avere i più diversi sottostanti: azioni, commodities, tassi di interesse, etc. La differenza fondamentale delle opzioni rispetto agli altri strumenti derivati consiste nella definizione dei diritti del possessore: egli non è obbligato ad acquistare/vendere il sottostante, ma può farlo se esercitando l'opzione ne trae una convenienza economica. Per tale ragione sono detti titoli derivati asimmetrici.

Le opzioni sono largamente impiegate a fini speculativi e di copertura: ad esempio un importatore può coprirsi (almeno parzialmente) dal rischio di cambio sottoscrivendo un'opzione sul prezzo della merce oggetto della sua importazione, qualora l'acquisto sia lontano nel tempo; questo consente all'importatore stesso di non acquistare anticipatamente né il bene né la valuta, pagando esclusivamente il prezzo dell'opzione stessa. In caso di acquisto, infatti, la massima perdita possibile è il premio pagato più le commissioni di negoziazione dovute all'intermediario, mentre il guadagno è teoricamente illimitato; viceversa, nel caso di vendita di opzioni, il massimo guadagno è il premio pagato dall'acquirente mentre la possibile perdita è illimitata.

Le opzioni, in prima istanza, possono essere di tipo call o di tipo put, se conferiscono, rispettivamente, il diritto di acquistare o di vendere il titolo. Un'opzione è a tutti gli effetti un contratto che viene stipulato tra due attori del mercato: tale contratto è caratterizzato dallo strumento sottostante, dalla durata del contratto e dal prezzo di esercizio dell'opzione (chiamato strike). Se l'opzione può essere esercitata solamente alla scadenza, questa viene detta "europea", se invece il possessore ha il diritto di esercitare l'opzione per tutto il tempo che intercorre tra la sottoscrizione dell'opzione stessa e la sua scadenza, l'opzione è detta "americana".

Acquistando opzioni di tipo call o vendendo put options si possono assumere posizioni rialziste; viceversa, si possono assumere posizioni ribassiste vendendo call o comprando put.

La trattazione del prezzo di una opzione è oggetto di una vasta letteratura matematica, all'interno della quale sono particolarmente affermati, nonostante alcuni limiti intrinseci, i modelli di Cox - Ross - Rubistein e la Formula di Black e Scholes.

Esistono numerose varianti rispetto alla definizione base di opzione, chiamata anche opzione plain vanilla, e sono rappresentate dalle opzioni esotiche.


L’opzione è un contratto di borsa in base al quale il writer (sottoscrittore) o seller (venditore) cede al buyer (acquirente) o holder (proponente), il diritto di vendere (opzione Put) o acquistare (opzione Call) un certo ammontare di attività finanziarie o reali, attività sottostanti, ad un prefissato strike price o exercise price, (prezzo base o prezzo di esercizio), merci e contratti a termine (future).

L’attività sottostante deve avere un mercato con quotazioni ufficiali e pubblicamente riconosciute; tipicamente, le opzioni vengono costruite su titoli, valute, tassi di interesse, merci e future.

Il buyer, acquistando un’opzione Call (richiedere), acquista il diritto ad acquistare l’attività sottostante il contratto; viceversa, acquistando un’opzione Put (collocare) acquisisce il diritto a venderla. Il writer, invece, su eventuale richiesta del buyer, deve vendergli l’attività sottostante il contratto che ha sottoscritto una call option, viceversa deve acquistarla se ha sottoscritto una put option. Il buyer acquista un diritto che può esercitare (se conveniente), o abbandonare nel caso non lo sia, perdendo solo il premio. Il venditore di un’opzione può registrare un profitto massimo pari al premio percepito, mentre teoricamente può perdere illimitatamente. Per calcolare l’utile eventualmente derivante dall’esercizio di un’opzione è necessario considerare l’esborso costituito dal premio, il quale è tanto maggiore quanto più lontana è la scadenza del contratto e quanto più il prezzo di mercato è superiore (nel caso di una call) o inferiore (nel caso di una put) allo strike price.

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