Eco Bolla | corsa agli investimenti

giovedì 21 febbraio 2008 ·

Nonostante il continuo e incombente spauracchio della recessione e l'ottovolante su cui sembrano essere saliti gli indici di borsa di mezzo mondo in queste ultime settimane c'è ancora un settore in cui conviene investire. L'industria delle fonti di energia rinnovabile e alternativa, dalle infrastrutture ai servizi, ha tutte le carte in regola per imporsi come l'isola felice degli investitori in questo 2008: è una realtà nuova, stabile, la cui domanda è destinata inevitabilmente a crescere e con essa il suo valore. E come se non bastasse è anche vista come l'alternativa a ciò che questa crisi l'ha scatenata: il petrolio e i suoi prezzi in continua ascesa.

Dal nucleare al solare, dai biocarburanti all'eolico, passando per le tecnologie di ritenzione del carbonio e le automobili elettriche, l'importante è che l'equazione non contenga petrolio o gas serra: così le notizie di governi e multinazionali che investono sulle tecnologie pulite si moltiplicano e il flusso di capitali non accenna a fermarsi. Cosa c'è di meglio, quindi, in tempi di recessione, di una corda a cui l'economia possa aggrapparsi per uscire dalle sabbie mobili? A quanto pare, restare nelle sabbie mobili.

O almeno, così vi risponderebbe l'analista ed economista americano Eric Janszen. Janszen è una figura atipica: esperto di bolle e dislocazioni finanziarie, ha avuto un ruolo prominente sul dibattito economico americano nel post dot.com ed è stato tra i primi a intuire le conseguenze nel lungo periodo della bolla immobiliare (che, sempre secondo Janszen, è la vera causa, nel lungo periodo, dell'attuale recessione). Attualmente è presidente e direttore del sito iTulip.com, che si occupa proprio di individuare i trend che rischiano di sgonfiarsi troppo in fretta e mettere in guardia gli investitori su ciò che è sicuro. Per questo, quando Janszen pronuncia le parole "nuova bolla", molte orecchie si drizzano. In un articolo scritto per la eminente rivista americana Harpers ha parlato per la prima volta di una "clean-bubble" che si sta gonfiando rapidamente e che potrebbe diventare la madre di tutte le bolle finanziarie.

Janszen non è un pessimista: dice di non amare il termine bolla. "Presuppone qualcosa che finisce all'improvviso. L'iperinflazione degli assetti attraversa degli stadi di crescita e declino, risalita e via dicendo. Non ve ne sono due uguali e non devono necessariamente finire male". Ciononostante non manca di sottolineare come il ciclo delle bolle finanziarie sia ormai parte dell'economia capitalistica e quindi inevitabile, quanto inevitabile è il crollo economico che segue un periodo di speculazione e investimenti condizionati da "una allucinazione, un'aberrazione del mercato creata dal governo, dalla finanza e dall'industria".

Solo il tempo, continua Janszen, può dirci se le tecnologie rinnovabili e green si riveleranno un miraggio degli speculatori finanziari o la salvezza dell'economia americana. Nel dubbio, tanto vale prepararsi ad entrambe le possibilità.

Fonte Tgfin

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