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lunedì 14 gennaio 2008 ·


SOMMARIO

- LE DIREZIONI DEL MERCATO
- RIALZISTA, RIBASSISTA O LATERALE?
- IL BREAKOUT
- MOVIMENTI CONTRARI E REAZIONI
- L’IMPORTANZA DEL VOLUME
- MISURARE LA DIREZIONE DEL VOLUME
- UN PRIMO SISTEMA AUTOMATICO PER IDENTIFICARE IL VOLUME BREAKOUT
- APERTURA SUPERIORE ALLA RESISTENZA DEL TRADING RANGE
- BREAKOUT AL TERMINE DI TREND DISCENDENTI
- BREAKOUT E VOLATILITÀ
- MISURARE LA VOLATILITÀ
- AVERAGE TRUE RANGE
- COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DI BREAKOUT PIÙ EVOLUTO
- UN FILTRO ULTERIORE
- SETUP E INGRESSO
- GREEN DAY, UN SISTEMA COMPLETO
- COME EFFETTUARE UNA RICERCA AUTOMATICA
- È POSSIBILE FIDARSI DELL’ESITO DELLE RICERCHE?
- IL MOMENTO MIGLIORE PER USCIRE DAL MERCATO
- COME AUTOMATIZZARE IL CALCOLO DEL LIVELLO DI STOP
- SAPER CATTURARE I PROFITTI
APPENDICE
- BREAKOUT E ANALISI GRAFICA: UN ALTRO PUNTO DI VISTA
- RAPPORTI TRA I GRAFICI CONVENZIONALI E IL POINT & FIGURE

Questa è una riproduzione parziale del documento composto di 47 pagine. La presente riproduzione è stata preventivamente autorizzata.

Il volume è scaricabile previa registrazione al sito Tradingprofessionale.it

LE DIREZIONI DEL MERCATO

Il dilemma vissuto da qualsiasi trader che decida di operare utilizzando un sistema trend-following è rappresentato dalla consapevolezza del ritardo con cui tali sistemi entrano in posizione. Tale caratteristica spesso conduce a situazioni
in cui il segnale che fa scattare l’acquisto – frutto di un’elaborazione di dati passati – viene prontamente negato dal mercato stesso che ritorna sui suoi passi, generando uno dei famosi falsi segnali tipici dei sistemi costruiti su medie mobili. Ma se da un lato il falso segnale raramente conduce a perdite rilevanti, dall’altro è decisamente frustrante confrontarsi con un mercato che ha deciso di smettere di correre proprio quando noi decidiamo di entrarvi. Il vero valore aggiunto dei sistemi trend-following risiede tuttavia nella loro intrinseca capacità di cavalcare i forti trend per buona parte del loro percorso, sostanzialmente facendo tenere aperte le posizioni finché non si verifica un segnale interpretabile come un’inversione, in corrispondenza del quale si liquidano le posizioni. Generalmente costruiti grazie a combinazioni di più medie mobili unite a particolari filtri, tali sistemi si sono molto evoluti nel tempo anche grazie all’introduzione di nuove modalità per il calcolo delle medie stesse, protagoniste dei sistemi ma al tempo stesso responsabili della loro (parziale) inefficienza. I cosiddetti metodi adattivi – medie mobili in grado di variare automaticamente la reattività in funzione dell’evoluzione della volatilità – sono effettivamente in grado di fornire un efficiente filtro contro i falsi segnali ma il problema resta comunque ed è legato al dominio temporale sul quale tarare la media, parametro essenziale per un efficiente funzionamento del sistema i cui valori ideali si conoscono però solo ex-post, ovvero quando probabilmente non servono più, per le mutate condizioni di mercato.

RIALZISTA, RIBASSISTA O LATERALE

La definizione classica di trend prevede che si possa parlare di movimento rialzista in presenza di successioni di minimi e massimi crescenti. In altre parole, se nel tempo si assiste alla formazione di un grafico a barre in cui ogni barra è tendenzialmente spostata più in alto rispetto alla precedente, è lecito affermare che ci si trova in presenza di un trend rialzista. Analogamente in caso di movimenti discendenti: successioni di minimi e massimi decrescenti qualificano un trend ribassista. In entrambi i casi, tuttavia, non è implicito che ogni barra sia necessariamente posizionata più in alto o più in basso rispetto alla precedente: è sufficiente che la maggior parte di esse lo sia e che il movimento, rappresentato dal grafico, sia evidente anche a colpo d’occhio. A questo proposito, poiché l’analisi tecnica è ben lungi dall’essere una scienza esatta, va sottolineato che la componente legata all’interpretazione è molto rilevante e, proprio per questo, l’esperienza e l’occhio allenato dell’analista esperto giocano un ruolo fondamentale.

Profondamente differenti dai trend rialzisti o ribassisti, quelli laterali si sviluppano in orizzontale, delimitando i prezzi tra due livelli, definiti supporto e resistenza che ne contengono le oscillazioni. Supporti e resistenze rispettivamente sostengono i prezzi nelle fasi di debolezza e ne frenano i rialzi nei momenti di forza. I movimenti laterali possono durare anche molto tempo ed è dimostrato che i mercati si muovono molto più frequentemente in orizzontale piuttosto che in direzioni ben definite. Quest’ultima considerazione assume ancor più valore specialmente se si considera che quanto più esteso è il movimento orizzontale tanto più forte potrà essere il trend che ne scaturirà. Quando il periodo di congestione dura abbastanza a lungo e dà tempo al mercato di caricarsi, ci si trova di fronte all’eventualità di una vera e propria esplosione che di norma avviene con lo sfondamento di uno dei due livelli (supporto o resistenza) e con il successivo sviluppo di un trend che prosegue nella direzione dello sfondamento. In casi simili utilizzare un sistema trend-following è un po’ come arrivare al cinema in ritardo, quando il film è già iniziato: lo si vede certamente, ma altri – quelli arrivati in orario – saranno in grado di apprezzarlo maggiormente.

Il limite dei sistemi trend-following è infatti rappresentato dal ritardo con cui è possibile identificare un trend rispetto al suo inizio. Perché si possa parlare di trend, infatti, è necessario che il movimento sia già iniziato e che il trend stesso abbia preso forma. Per definizione, quindi, con un sistema trend-following è impossibile prendere posizione all’inizio del trend. Analoghe considerazioni valgono anche per l’uscita: perché si possa parlare di inversione di tendenza è necessario osservare segnali che non appaiono immediatamente ma che, al contrario, richiedono tempo. E il tempo, in questi casi, costa.

Questa è una riproduzione parziale del documento composto di 47 pagine. La presente riproduzione è stata preventivamente autorizzata.

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