In questi ultimi giorni quotidiani e TG hanno ripreso la notizia dell’aumento costante dell’indebitamento delle famiglie italiane. Di questo sarei molto felice, se però i debiti fossero “buoni”, ovvero se l’italiano medio si fosse indebitato per produrre reddito aggiuntivo, ad esempio per comprare un immobile, ristrutturarlo e poi rivenderlo. Un debito cosiddetto “buono”, infatti, produce cashflow e aumenta la disponibilità finanziaria nel bilancio familiare. Di debiti “buoni” bisognerebbe averne molti!
Ma i debiti contratti dagli italiani non sono di questo tipo. Infatti, nel nostro Paese, come in Inghilterra e in America prima di noi, stiamo annegando nei debiti “cattivi”, cioè quei debiti contratti non per produrre denaro, ma per acquistare beni voluttuari: cellulari, televisioni, frigoriferi, automobili, e addirittura vacanze! Le persone stanno prendendo a prestito dal futuro! In Gran Bretagna sono già corsi ai ripari inserendo fra le materie di studio l’educazione finanziaria personale, per insegnare così alle persone come gestire le proprie finanze ed evitare di indebitarsi inutilmente.
In Italia questa è ancora un’utopia. Al momento gli unici a tenere corsi specifici sull’argomento siamo noi. Ma come si fa a distinguere un debito buono da uno cattivo? E’ semplice, basta tenere presenti le tre regole principali per imparare ad usare la leva finanziaria, o come lo chiamano gli americani “others people money”:
- Il debito deve produrre denaro invece di bruciarlo.
- La sua durata deve essere maggiore o uguale ai tempi di rientro dell’investimento.
- Mai indebitarsi per acquistare beni che non producono reddito (incluso l’acquisto della prima casa).
Spesso le persone hanno desideri semplici ma importanti: dare serenità ai genitori per la vecchiaia, poter pensare con tranquillità al futuro dei propri figli, o anche solo sapere di avere il controllo della propria vita e delle proprie scelte. Tutto questo è possibile solo avendo acquisito le informazioni necessarie per realizzarlo. Oggi, chi non ha le giuste conoscenze finisce per pagare un prezzo davvero alto per la propria disinformazione.
Forse dovrebbero pensarci i politici in campagna elettorale. Oppure per loro, è molto più comodo ed utile avere gente ignorante?
Alfio Bardolla
www.alfiobardolla.com
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